Dove vedere Frankenstein di Guillermo del Toro: il ritorno del mito tra mostri, anime e padri mancanti
Il film più atteso del regista premio Oscar reinterpreta il capolavoro di Mary Shelley con un cast stellare
Ci sono storie che non smettono mai di tornare, perché parlano all’animo umano più di qualunque altra opera. Una di queste è quella di Frankenstein, il romanzo gotico di Mary Shelley che, da oltre due secoli, continua a ispirare scrittori e registi. Ma questa volta non si tratta di un semplice adattamento: Frankenstein di Guillermo del Toro è una visione, un sogno cinematografico che il regista messicano coltiva da quando aveva sette anni.
Dopo anni di rinvii e ostacoli produttivi, il film è finalmente realtà. Con un cast di altissimo livello — Oscar Isaac, Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz — Frankenstein arriva in sale selezionate dal 22 ottobre e sarà disponibile su Netflix dal 7 novembre 2025.
Del Toro, che da sempre esplora il confine tra mostro e umanità, trasforma il classico dell’orrore in un racconto epico e spirituale sul dolore, sulla colpa e sull’amore negato.
La trama di Frankenstein: il mito reinventato
Il film si apre quarant’anni dopo la morte di Victor Frankenstein (Oscar Isaac), avvenuta tra i ghiacci artici. Il dottor Pretorius, un brillante ma ambiguo scienziato, viene incaricato di ritrovare la Creatura, creduta scomparsa dopo un incendio. Il suo obiettivo è continuare gli esperimenti del defunto Frankenstein, spingendosi ancora oltre i limiti della scienza e della morale.
Parallelamente, la narrazione ricostruisce gli eventi che hanno portato alla nascita del Mostro (Jacob Elordi), un essere costruito con pezzi di corpi differenti e un’anima spezzata. Victor, geniale ma arrogante, riesce a vincere la morte dando vita a ciò che definisce “la sua più grande conquista”, ma che presto diventa la sua più grande condanna. La Creatura, abbandonata e incompresa, evolve imparando a leggere, a riflettere, a provare sentimenti, fino a diventare il riflesso della solitudine e del dolore umano.
Del Toro si allontana dall’horror classico e mette al centro la spiritualità: la Creatura non è un mostro, ma un essere che cerca la grazia, un’anima perduta che interroga Dio e l’uomo sul senso della creazione. Il regista fonde gotico e introspezione, realizzando un film che è insieme una parabola religiosa e un dramma esistenziale.
Cast e personaggi
Il cast di Frankenstein è una dichiarazione d’intenti, un incontro tra talento e potenza visiva.
- Oscar Isaac è Victor Frankenstein: lo scienziato ossessionato dall’idea di sfidare la morte, capace di un amore distorto per la sua creatura e di una freddezza quasi divina.
- Jacob Elordi è la Creatura: il mostro più umano mai raccontato. La sua interpretazione mescola fragilità, dolore e forza fisica.
- Mia Goth interpreta Elizabeth Lavenza, la donna amata da Victor, simbolo di purezza e sacrificio.
- Christoph Waltz è Henrich Harlander, alleato ambiguo di Pretorius, simbolo del potere cieco della scienza.
- Felix Kammerer è Williams, giovane assistente dal destino tragico.
- Charles Dance presta la sua imponenza a Leopold Frankenstein, padre di Victor, in un ruolo chiave nel tema del film: il conflitto tra padre e figlio.
- David Bradley è il cieco, l’unico umano capace di mostrare compassione alla Creatura.
- Completano il cast Lars Mikkelsen, Ralph Ineson, Christian
Convery (Victor da giovane) e Burn
Gorman nel ruolo di Fritz.
Ogni personaggio è scolpito visivamente come in un dipinto barocco, con costumi e luci che trasformano la tragedia di Shelley in un’opera d’arte cinematografica.
Le origini di un’ossessione lunga cinquant’anni
Per Del Toro, Frankenstein non è un progetto recente ma una missione personale. Tutto inizia nel 1971, quando a soli sette anni il futuro regista vede per la prima volta il film del 1931 diretto da James Whale con Boris Karloff. Quel mostro lo segna per sempre.
A undici anni legge il romanzo di Mary Shelley e inizia a disegnare le sue prime versioni del personaggio, riempiendo quaderni di schizzi e appunti. Nel corso degli anni ’80 e ’90, durante la sua formazione come truccatore e regista, sviluppa decine di design ispirati alle illustrazioni di Bernie Wrightson.
Il sogno sembra pronto a realizzarsi nel 2007, quando la Universal lo contatta per un adattamento ufficiale, ma il progetto naufraga insieme al fallimento del “Dark Universe”, l’universo condiviso dei mostri classici della major.
Nel frattempo Del Toro ha conquistato Hollywood con capolavori come Il labirinto del fauno e La forma dell’acqua, ma non ha mai smesso di pensare a Frankenstein. Solo dopo l’Oscar e il successo internazionale di Pinocchio (anch’esso su Netflix), la piattaforma gli ha dato finalmente carta bianca per realizzare la sua visione.
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Dietro le quinte: la costruzione di un mito
Il film è il risultato di un lavoro corale, realizzato con un approccio quasi artigianale. La scenografia di Tamara Deverell ricrea laboratori, castelli e paesaggi gotici usando modellini, set costruiti e pochissima CGI. Del Toro ha dichiarato: “Volevo che ogni cosa nel film fosse tangibile, che potessi toccarla. Frankenstein non è nato nel computer, ma nella materia”.
La fotografia di Dan Laustsen — collaboratore storico del regista — alterna toni glaciali e caldi, rappresentando la lotta tra vita e morte, luce e peccato. I costumi di Kate Hawley fondono romanticismo e decadenza, con palette cromatiche ispirate ai dipinti del XIX secolo.
Per il design della Creatura, Mike Hill ha creato una protesi complessa e modulare, realizzata in silicone e materiali leggeri per permettere a Elordi di muoversi con naturalezza. La scelta dell’attore, subentrato ad Andrew Garfield, ha imposto un redesign completo del Mostro, adattandolo alla sua fisicità imponente.
Temi e significati del film: padri, figli e mostri interiori
Guillermo del Toro ha sempre dichiarato che i veri mostri non sono le creature, ma le persone incapaci di amare. Nel suo Frankenstein, il mostro diventa allora specchio del dolore familiare, del peccato e dell’abbandono.
Il film esplora tre relazioni centrali:
- Quella tra Victor e suo padre Leopold, un legame rigido e distante che spinge il giovane scienziato a sostituire l’amore con l’ambizione.
- Quella tra Victor e la Creatura, in cui il creatore rinnega il proprio figlio.
- E infine quella tra il Mostro e
Dio, rappresentata come un dialogo disperato tra creatura e creatore
universale.
Del Toro descrive il film come “un dramma cattolico sulla paternità e la redenzione”, più che come un horror. Il vero orrore, dice, è l’assenza d’amore e il vuoto che genera mostri.
Curiosità sul film
Del Toro lavora a questo progetto da oltre cinquant’anni, conservando appunti e disegni fin dall’infanzia.
- Ogni set è stato costruito a mano in studio, senza green screen.
- Il film è stato girato in 35 mm, per ottenere una texture “viva e imperfetta”.
- Jacob Elordi ha passato oltre cinque ore al giorno in trucco prostetico.
- L’ispirazione visiva principale è venuta da pittori come Goya, Fuseli e Rembrandt, per restituire una luce “sacra e dannata” alla storia.
Chi è Guillermo del Toro: il regista che dà un’anima ai mostri
Guillermo del Toro, nato a Guadalajara nel 1964, è uno dei registi più visionari e riconoscibili del cinema contemporaneo. Dopo gli esordi con Cronos (1993) e La spina del diavolo (2001), ha costruito un universo dove il fantastico convive con il dolore reale.
Ha diretto successi come Hellboy (2004), Il labirinto del fauno (2006), Pacific Rim (2013), Crimson Peak (2015) e La forma dell’acqua (2017), vincitore di quattro premi Oscar tra cui Miglior Film e Miglior Regia.
Il suo stile si riconosce per l’attenzione maniacale ai dettagli, l’amore per le creature imperfette e la fusione di horror e poesia. Non a caso, lui stesso ha detto:
“Non creo mostri per spaventare, ma per capire quanto umani possiamo essere.”
Cinque film di Guillermo del Toro da vedere
Per capire davvero Frankenstein, è utile guardare i film che lo hanno preceduto e che ne rappresentano l’anima più profonda. Ecco cinque titoli fondamentali nella carriera del regista messicano:
Hellboy (2004)
Ispirato all’omonimo fumetto di Mike Mignola, Hellboy è il film che consacra Del
Toro come maestro del cinema fantastico. Tra azione e ironia, il regista
mette in scena un antieroe demoniaco con un cuore umano. La cura maniacale
per trucco e scenografie mostra già la sua passione per le creature
imperfette.
Disponibile in streaming a noleggio su Amazon Prime Video, YouTube e Apple
TV.
Il labirinto del fauno (2006)
Capolavoro assoluto ambientato nella Spagna
franchista del 1944. La storia della piccola Ofelia, che fugge dalla
brutalità del mondo reale attraverso un universo di fiabe e mostri,
rappresenta la sintesi perfetta del cinema di Del Toro: poesia, politica e
orrore in un unico respiro. Ha vinto tre premi Oscar.
Disponibile in streaming su Amazon Prime Video.
Pacific Rim (2013)
Il film che porta i Kaijū giapponesi nel cuore di
Hollywood. Una spettacolare battaglia tra robot giganti e mostri marini,
dietro la quale si nasconde un tema caro a Del Toro: la collaborazione tra
esseri umani e la lotta per non perdere la propria umanità anche davanti
all’apocalisse.
Disponibile in streaming su Netflix e NOW TV.
Crimson Peak (2015)
Un tributo raffinato al gotico ottocentesco,
ambientato in una villa infestata dove amore e morte si confondono. È il
film in cui Del Toro mette a punto l’estetica che ritroveremo in Frankenstein: scenografie barocche,
luci cangianti e un’ossessione per la bellezza decadente.
Disponibile in streaming a noleggio su Amazon Prime Video, YouTube e Apple
TV.
La
forma dell’acqua (2017)
Con questo film, Del Toro conquista il Leone
d’Oro a Venezia e quattro premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior
Regia. È la storia d’amore tra una donna muta e una creatura anfibia,
metafora della diversità e del bisogno di accettazione. È anche la chiave
per comprendere la filosofia dietro Frankenstein:
la mostruosità come metafora dell’anima umana.
Disponibile in streaming su Disney+.
Dove vedere Frankenstein di Guillermo del Toro
Il film, presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, è uscito in alcune sale selezionate il 22 ottobre e sarà distribuito globalmente su Netflix dal 7 novembre 2025.
La piattaforma streaming offrirà il film in 4K Ultra HD, con audio Dolby Atmos e sottotitoli in più di venti lingue, accompagnato da contenuti extra come un dietro le quinte, interviste e concept art originali del regista.
Chi desidera vederlo sul grande schermo potrà trovarlo nelle sale d’essai che hanno aderito alla distribuzione evento, con proiezioni speciali e dibattiti post-film in alcune città italiane.
Perché vedere Frankenstein
Non è solo un film su un mostro: è un viaggio dentro il cuore dell’uomo. Frankenstein di Del Toro parla di creazione e rifiuto, di paternità e fede, di carne e spirito. È un film che unisce spettacolo e introspezione, fede e terrore, poesia e scienza.
Ogni fotogramma trasuda amore per il cinema e per la letteratura, ogni gesto del Mostro è un grido muto d’amore. È un’esperienza visiva ed emotiva che riafferma un concetto chiave nella poetica del regista: “I veri mostri non sono quelli che creiamo, ma quelli che lasciamo soli”.
Se cercate un horror, troverete una tragedia. Se cercate una tragedia, scoprirete una preghiera.
Ed è forse proprio questo che rende Frankenstein di Guillermo del Toro uno dei film più attesi, più umani e più profondi del 2025.
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