Che cos'è un Database? Significato e come funziona

30 giugno 2025 di
Che cos'è un Database? Significato e come funziona
Sofia Tognoni

Database: cos’è e significato

Una guida semplice per capire a cosa servono i database e perché sono così importanti nel mondo digitale

Viviamo immersi nei dati. Ogni volta che navighiamo su un sito, prenotiamo un volo, guardiamo un film in streaming o semplicemente inviamo un messaggio, stiamo utilizzando – anche senza accorgercene – un database.

Ma cos’è davvero un database? A cosa serve? E perché è così importante per aziende, applicazioni e servizi digitali? In questa guida te lo spieghiamo in modo semplice e chiaro, anche se non sei un esperto di informatica.

Cos'è un database?

Un database, o banca dati, è una raccolta di informazioni organizzate in modo ordinato e accessibili tramite computer. Pensa a una biblioteca: ogni libro è una “unità di dati”, e ogni scaffale è un sistema per metterli in ordine. Ecco, un database fa la stessa cosa, ma con dati digitali. Può contenere testi, numeri, immagini, video, file audio… qualsiasi tipo di informazione.

Questi dati non vengono archiviati in modo casuale: sono strutturati secondo regole ben precise, così da poter essere facilmente cercati, aggiornati e utilizzati. Per farlo, si utilizza un software chiamato DBMS – acronimo di Database Management System, ovvero sistema di gestione del database – che ci permette di inserire, recuperare, modificare e cancellare i dati in modo semplice e sicuro.

A cosa serve un database nella vita reale?

I database sono ovunque, anche se non li vediamo. Ogni volta che un'applicazione ha bisogno di memorizzare e recuperare informazioni, c'è un database dietro le quinte che lavora per noi.

Ecco alcuni esempi concreti:

  • Un sito di e-commerce utilizza un database per gestire prodotti, ordini, clienti e pagamenti.
  • Una banca lo usa per tracciare i movimenti sui conti correnti e salvare le informazioni dei clienti.
  • Un ospedale lo impiega per conservare le cartelle cliniche dei pazienti, gestire gli appuntamenti e seguire le terapie.
  • I social network, come Facebook o Instagram, usano enormi database per memorizzare miliardi di dati: post, messaggi, foto, amici, commenti…

In sintesi, ogni sistema digitale che utilizziamo ha un database che archivia e gestisce le informazioni in modo organizzato ed efficiente.

Come funziona un database?

Per capire come funziona un database, possiamo immaginare tre elementi fondamentali:

1. I dati

Sono le informazioni vere e proprie: nomi, numeri, date, testi, immagini… tutto ciò che va memorizzato.

2. La struttura

I dati non vengono archiviati in modo disordinato, ma seguono una logica. Di solito sono organizzati in tabelle, proprio come nei fogli Excel: ogni riga rappresenta un elemento (ad esempio un cliente), e ogni colonna contiene una caratteristica (nome, email, città…).

3. Il DBMS

È il software che controlla tutto. Si occupa di salvare, cercare, aggiornare e proteggere i dati, garantendo che tutto funzioni al meglio. Quando un utente chiede, ad esempio, “Mostrami tutti i clienti che vivono a Napoli”, il DBMS interpreta la richiesta e restituisce i risultati corretti.

Quanti tipi di database esistono?

Nel tempo, i database si sono evoluti per rispondere a esigenze sempre più complesse. Oggi ne esistono diverse tipologie, ognuna adatta a contesti specifici.

Ecco le più diffuse:

  • Database relazionali
    Sono i più comuni. Organizzano i dati in tabelle collegate tra loro e utilizzano il linguaggio SQL per gestirli. Perfetti per aziende, gestionali, contabilità e sistemi bancari.

  • Database NoSQL
    Non usano tabelle, ma strutture più flessibili. Sono ideali per gestire grandi volumi di dati non strutturati, come quelli di app e social network.

  • Database orientati agli oggetti
    Qui i dati sono trattati come “oggetti”, proprio come nella programmazione orientata agli oggetti. Utile per applicazioni complesse e personalizzate.

  • Database a grafo
    Ottimi per rappresentare relazioni complesse, ad esempio tra utenti, pagine, prodotti. Sono usati nei social network o nei sistemi di raccomandazione (come quelli presenti su Netflix e Amazon).

  • Database in-memory
    Archiviati direttamente nella memoria RAM, sono velocissimi. Perfetti dove il tempo di risposta è cruciale, come nel trading finanziario.

  • Database nel cloud
    Oggi molti database sono ospitati su piattaforme cloud come AWS, Azure o Google Cloud. Sono scalabili, accessibili da remoto e riducono i costi infrastrutturali.


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Esempio di database: i 3 DBMS open source gratuiti più utilizzati

Quando si parla di sistemi di gestione di database (DBMS) open source, tre nomi dominano la scena per diffusione, stabilità e supporto: MySQL, MariaDB e PostgreSQL. Scopriamoli nel dettaglio.

MySQL, il “classico” dei database relazionali

MySQL è uno dei database più popolari al mondo, in particolare nel panorama delle applicazioni web. Nato nel 1995 per iniziativa degli ingegneri Michael Widenius e David Axmark, è stato acquisito da Sun Microsystems nel 2008 e, successivamente, da Oracle Corporation nel 2009.

MySQL è disponibile in due versioni:

  • Community Server: completamente gratuito e open source, sotto licenza GPL.
  • Enterprise Server: versione commerciale con supporto avanzato e funzionalità aggiuntive.

Scritto in C e C++, MySQL supporta linguaggi come Python, Java, PHP, C e C++, ed è compatibile con i principali sistemi operativi: Linux, Windows, macOS, FreeBSD e Solaris. È un DBMS stabile, maturo e in grado di gestire database di grandi dimensioni (oltre 50 milioni di righe per tabella).

Sviluppato da: Oracle Corporation

Linguaggi utilizzati: C, C++

sviluppo database

MariaDB, il fork che ha salvaguardato l’open source

MariaDB nasce nel 2009 come progetto parallelo a MySQL, proprio in risposta alle preoccupazioni sul futuro open source di quest’ultimo a seguito dell’acquisizione da parte di Oracle. A fondarlo è lo stesso Michael Widenius, co-creatore di MySQL, attraverso un fork del progetto originario, ovvero creando una copia indipendente del codice di MySQL per svilupparla come software separato.

Completamente compatibile con MySQL – sia a livello di protocollo che di client – MariaDB può essere adottato come sostituto diretto, senza dover modificare il codice delle applicazioni.

Anche in questo caso esistono due versioni:

  • Community Server: gratuita e open source.
  • Enterprise Server: a pagamento, con supporto commerciale.

MariaDB è più orientato allo sviluppo comunitario e garantisce aggiornamenti frequenti, nuove funzionalità e una maggiore trasparenza nelle roadmap evolutive.

Sviluppato da: MariaDB Corporation / MariaDB Foundation

Linguaggi utilizzati: C, C++, Perl, Bash

PostgreSQL, il database open source più avanzato

PostgreSQL è un database relazionale a oggetti nato nel 1996, evoluzione del progetto POSTGRES creato da Michael Stonebraker, pioniere dei sistemi di database e vincitore del Turing Award nel 2014. Si distingue per le sue funzionalità avanzate, spesso paragonate a quelle dei DBMS commerciali come Oracle o IBM Db2.

PostgreSQL è scritto in C e offre grande affidabilità, performance e scalabilità, rendendolo ideale per gestire grandi volumi di dati. È utilizzato in settori molto diversi: gaming online, automazione dei data center, gestione dei registri di dominio, e molto altro.

Oltre ad essere un DBMS relazionale a oggetti, PostgreSQL supporta anche modelli NoSQL, con funzionalità come JSON, XML, chiavi/valori e indicizzazione avanzata. Offre quindi la potenza delle transazioni SQL con la flessibilità e la scalabilità dei database NoSQL.

Sebbene sia un DBMS relazionale a oggetti, è possibile usarlo per creare database NoSQL. Infatti è possibile utilizzare questo database con la garanzia transazionale di un database SQL e la scalabilità orizzontale di un database NoSQL.

Sviluppato da: Global PostgreSQL Community

Linguaggio utilizzato: C

Perché un database è fondamentale oggi

I database sono il cuore pulsante di ogni sistema digitale. Senza di loro, sarebbe impossibile gestire i flussi di dati che muovono il mondo online.

Ecco perché sono così importanti:

  • Permettono di recuperare le informazioni velocemente e con precisione.
  • Consentono di automatizzare molti processi aziendali.
  • Proteggono i dati da accessi non autorizzati, garantendo privacy e sicurezza.
  • Offrono le basi per analisi approfondite, aiutando aziende e organizzazioni a prendere decisioni informate.

Ogni app che usiamo, ogni sito che visitiamo, ogni servizio digitale con cui interagiamo… tutto dipende da un database ben progettato.

Capire cosa sia un database e come funziona non è più solo un argomento per tecnici o informatici. Nell’era dei dati, è una competenza che può tornare utile a chiunque lavori – direttamente o indirettamente – con contenuti digitali, numeri, organizzazioni e informazioni. Un database è molto più che un contenitore: è la mente organizzativa di qualsiasi sistema moderno. E, proprio come una buona organizzazione, è ciò che rende tutto il resto possibile.

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