Dept Q 2, quando esce e dove vedere in streaming la serie crime del momento
Un nuovo detective di culto è arrivato su Netflix
Se amate i detective tormentati, i cold case pieni di segreti e l’umorismo tagliente mescolato al dramma, Dept Q – Sezione casi irrisolti è la serie che fa per voi. Dal 29 maggio su Netflix, questa produzione anglo-scozzese ispirata ai romanzi dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen ha subito conquistato pubblico e critica. In meno di dieci giorni è diventata la serie crime più chiacchierata del momento. Ma la domanda che tutti si fanno ora è: ci sarà Dept Q 2? Quando esce? E dove si potrà vedere in streaming? Scopriamo tutto.
La trama della serie
Carl Morck è un ispettore capo della polizia di Edimburgo brillante, ma dal carattere impossibile: cinico, scorbutico, incline all’autodistruzione. Dopo una sparatoria finita in tragedia – un collega morto, un altro paralizzato, e lui ferito – viene relegato nel seminterrato della centrale, incaricato di occuparsi dei vecchi casi archiviati. Un destino che ha il sapore dell'esilio e della punizione. Nessuno si aspetta che prenda sul serio il Dipartimento Q, creato più per ripulire l’immagine della polizia che per ottenere risultati concreti.
Ma Morck, più per noia che per senso del dovere, si lascia coinvolgere da un fascicolo dimenticato: la scomparsa, quattro anni prima, dell'avvocata Merritt Lingard. Da lì, lentamente, la miccia si accende. Al suo fianco, quasi per caso, si ritrova a collaborare con due reietti del sistema: Akram Salim, un immigrato siriano metodico e riflessivo, che nasconde un passato più profondo di quanto appaia; e Rose Dickinson, ex agente rimossa dal servizio attivo per motivi psicologici, ma dotata di un’intelligenza viscerale, che la rende capace di cogliere sfumature invisibili agli altri.
Quello che parte come un trio improvvisato si trasforma presto in una squadra unica, alimentata non solo dal bisogno di verità, ma dalla voglia di riscatto personale. Carl, Akram e Rose condividono ferite diverse ma affini, e proprio in quell'amalgama fragile nasce la forza del Dipartimento Q. Le indagini su Merritt Lingard si rivelano intricate, fatte di omissioni, bugie, e connessioni politiche scomode. Ma ancora più affascinante è seguire le dinamiche tra i protagonisti, un gruppo di disadattati che nel buio dei cold case trova finalmente una ragione per ricominciare.
Dept Q è molto più di un crime procedural: è una storia di seconde possibilità. Ed è proprio per questo che, episodio dopo episodio, si fa sempre più difficile smettere di guardare.
Il cast
A guidare il cast di Dept Q – Sezione casi irrisolti c’è un sorprendente Matthew Goode, che qui abbandona completamente i panni dell’aristocratico raffinato per indossare quelli – ben più scomodi – dell’ispettore Carl Morck. Lo conoscevamo come il vampiro affascinante di A Discovery of Witches o il gentleman impeccabile di Downton Abbey e The Crown, ma qui Goode si reinventa con una performance che è un piccolo capolavoro: sciatto, ruvido, provocatorio, ma anche umanissimo. Il suo Morck è un uomo spezzato e scomodo, che riesce però a catalizzare tutta l’attenzione su di sé con una forza magnetica e un sarcasmo pungente irresistibile.
Al suo fianco, Alexej Manvelov (già visto in Chernobyl) interpreta Akram Salim, immigrato siriano con un passato misterioso e una calma olimpica che nasconde una forte determinazione. Akram è un personaggio di poche parole ma di grande profondità, e Manvelov gli conferisce una credibilità rara, rendendolo subito uno dei preferiti del pubblico.
Leah Byrne, volto emergente della TV britannica (Nightsleeper), è invece Rose Dickinson, archivista relegata al seminterrato dopo un crollo psicologico. La sua mente neurodivergente le permette di vedere ciò che agli altri sfugge, e la Byrne costruisce un personaggio fragile e insieme geniale, capace di scivolare tra esplosioni emotive e intuizioni fulminanti con una naturalezza spiazzante.
Chloe Pirrie è Merritt Lingard, l’avvocata scomparsa al centro del caso: il suo volto appare in pochi frammenti, ma è uno di quelli che restano impressi. Attraverso testimonianze, ricordi e ombre, costruisce un personaggio a metà tra la vittima e l’enigma.
Jamie Sives dà volto a James Hardy, l’ex collega di Morck rimasto paralizzato nella sparatoria che ha cambiato tutto. Sebbene appaia in scene statiche, la sua presenza è fortissima: rappresenta la coscienza di Carl, il rimorso mai estinto, ma anche una voce ironica e amara che lo richiama alla realtà.
Kelly Macdonald, icona scozzese e voce originale della Merida di Ribelle – The Brave, interpreta la psicoterapeuta Rachel Irving, costretta a confrontarsi con un paziente che respinge ogni tipo di aiuto. La sua è una presenza intensa e ambigua, che arricchisce la serie di sfumature emotive.
A completare un cast già straordinario ci sono due veterani della TV britannica: Kate Dickie, nota per Il trono di spade, qui nei panni della capa autoritaria e stanca del sistema, e Mark Bonnar, che interpreta un procuratore dal doppio fondo morale.
Dietro la macchina da presa, oltre a Scott Frank, sceneggiatore e regista già acclamato per La regina degli scacchi, c’è anche Elisa Amoruso, regista italiana già premiata a Berlino per The Good Mothers. Amoruso dirige tre episodi e porta nella serie un tocco personale, attento ai contrasti emotivi e alla vulnerabilità dei personaggi, arricchendo ulteriormente la dimensione umana del racconto.
Il risultato? Un cast corale, perfettamente orchestrato, che riesce a rendere Dept Q non solo una serie investigativa avvincente, ma un ritratto potente di anime ferite in cerca di redenzione.
Dept Q 2 si farà?
Sì, Dept Q 2 è ufficialmente in lavorazione. Dopo il successo della prima stagione, Netflix ha dato luce verde al secondo capitolo. Lo stesso Scott Frank ha confermato l’intenzione di adattare il secondo romanzo della saga, Fasandræberne (Il messaggero delle tenebre), incentrato su un duplice omicidio avvenuto nel 1987 e su un gruppo di ex studenti diventati adulti di successo… ma con segreti oscuri.
Le riprese inizieranno a breve e l’uscita è prevista nel 2026, ancora su Netflix.
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Dove vedere in streaming Dept Q prima stagione
Tutti e 9 gli episodi della prima stagione di Dept Q – Sezione casi irrisolti sono disponibili in streaming su Netflix. Gli episodi durano tra i 42 e i 71 minuti e offrono un perfetto equilibrio tra tensione narrativa, approfondimento psicologico e ambientazione suggestiva.
Dove vedere in streaming Dept Q 2
La seconda stagione di Dept Q uscirà in esclusiva su Netflix, probabilmente nel corso del 2026. Non è ancora stata annunciata una data precisa, ma gli aggiornamenti sono attesi nei prossimi mesi, anche alla luce dell’ottimo riscontro della prima stagione.
Curiosità sulla serie: tra Scozia, danesi e piani sequenza
Una delle scelte più affascinanti di Dept Q – Sezione casi irrisolti è quella di ambientare la serie a Edimburgo, pur essendo tratta da romanzi originariamente ambientati a Copenaghen. Il creatore Scott Frank ha dichiarato che voleva una città che mantenesse l'atmosfera cupa e malinconica dello scandi-noir, ma che avesse anche un’identità visiva distintiva. Ed Edimburgo, con le sue strade medievali, la pioggia costante e l’anima gotica, è diventata la cornice perfetta.
Curiosità nella curiosità: la stanza del Dipartimento Q, dove si svolge buona parte dell’azione, è stata ricreata in un vero seminterrato allagabile, per rendere più realistico il senso di isolamento e abbandono. Inoltre, alcuni episodi presentano lunghi piani sequenza, soprattutto nelle scene di interrogatorio e nelle indagini più serrate, per accentuare la tensione e la sensazione di trovarsi immersi nel caso insieme ai protagonisti.
Anche il lavoro di costruzione dei personaggi è stato frutto di un’attenzione maniacale: Matthew Goode ha voluto indossare gli stessi abiti per più giorni consecutivi, senza lavarli, per rendere più credibile il look disordinato e trasandato del suo Morck. Il sarcasmo di Carl? Molte battute sono nate da improvvisazioni dello stesso Goode, poi tenute in fase di montaggio.
Il libro che ha ispirato Dept Q: un bestseller danese da milioni di copie
La serie Netflix è ispirata al romanzo La donna in gabbia (Kvinden i buret), primo capitolo della fortunata saga di Jussi Adler-Olsen, autore danese tra i più letti al mondo nel genere crime. Pubblicato nel 2007 (in Italia da Marsilio nel 2011), il libro ha dato il via a una serie di 10 romanzi che ruotano attorno alle indagini dell’ispettore Carl Mørck e al suo team nel Dipartimento Q, sezione dedicata ai casi irrisolti della polizia di Copenaghen.
I romanzi sono caratterizzati da un equilibrio perfetto tra tensione, introspezione e denuncia sociale, con protagonisti complessi, spesso in lotta con i propri fantasmi interiori. L’idea di base – un detective relegato in un archivio a risolvere casi che tutti hanno dimenticato – è stata ispirata a Adler-Olsen da un articolo di cronaca realmente letto anni prima.
In Danimarca, La donna in gabbia è già diventato un film nel 2013 (con Nikolaj Lie Kaas nel ruolo di Mørck), ma l’adattamento Netflix cambia ambientazione, tono e stile, pur mantenendo intatta l’anima della storia. Il successo globale della serie sta già facendo scoprire o riscoprire i romanzi di Adler-Olsen, che potrebbero presto vivere una seconda vita anche in Italia.
Con dieci romanzi a disposizione, la saga di Dept Q ha davanti a sé un enorme potenziale seriale e, come anticipato, la seconda stagione potrebbe adattare Fasandræberne (Il messaggero delle tenebre), incentrato su un caso di omicidio collegato a un gruppo di ex studenti di un collegio di élite. Un’indagine ancora più oscura e disturbante, già attesissima dai fan.
Perché vedere Dept Q – Sezione casi irrisolti
Perché è un crime come non se ne vedevano da anni. Ha la struttura solida del procedural, ma la arricchisce con una scrittura ambiziosa e profondamente umana. Ogni episodio ti trascina in un’indagine tesa, stratificata e piena di colpi di scena, ma quello che ti tiene davvero incollato allo schermo non è solo il mistero da risolvere: è la storia di chi indaga, di chi è caduto e sta cercando il modo – spesso goffo, spesso inconsapevole – di rialzarsi.
Dept Q ha il ritmo incalzante e il cinismo brillante di Slow Horses, l’estetica cupa e piovosa tipica del Nordic Noir più autentico come The Reservatet , ma anche qualcosa di più raro: una sensibilità narrativa che ti costringe a guardare in faccia il dolore, l’errore, la disillusione – e a trovarci dentro una scintilla di empatia.
Carl Morck è un protagonista magnetico proprio perché insopportabile: ti respinge con la sua misantropia e il suo sarcasmo da pugno nello stomaco, ma piano piano – tra sedute di psicoterapia controvoglia e intuizioni geniali – ti conquista, fino a diventare un antieroe che tifi con convinzione. E accanto a lui, Akram e Rose non sono semplici spalle narrative, ma personaggi a tutto tondo, con una loro profondità, una loro battaglia personale e un loro bisogno di riscatto.
Dept Q è, in fondo, una storia di seconde possibilità, e per questo funziona a più livelli: come crime avvincente, come dramma psicologico, come racconto di outsider che si trasformano in famiglia. Ogni caso irrisolto diventa lo specchio di una ferita più grande, e risolverlo è anche un modo per rimettere insieme i pezzi di sé.
È un mix perfetto tra Sherlock (per l’intuito fuori scala del protagonista), Marcella (per la componente psicologica disturbata), Life on Mars (per il contesto urbano e il senso di disadattamento), e The Mentalist (per le dinamiche di squadra e il carisma tormentato del detective). Ma Dept Q ha una voce tutta sua. E te la porterai dentro anche dopo i titoli di coda.
In attesa di Dept Q 2, il consiglio è semplice: recuperate la prima stagione. E fate attenzione, perché Dept Q è una serie da binge-watching compulsivo. Una volta iniziata… non si torna più indietro.
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